Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

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29.06.2019

Presentazione Storia del PC(b) dell’URSS di Giuseppe Stalin organizzata dalla Sezione di Reggio Emilia del P.CARC

Cari compagni,

ringraziamo il compagno Andrea Scarfone per averci invitato ad intervenire all’iniziativa di oggi.

Storia del PC(b) dell’URSS di Giuseppe Stalin è un libro che deve assolutamente leggere e meditare chi vuol comprendere che cosa è un partito comunista all’altezza del suo compito storico di promuovere la rivoluzione socialista, che cosa è la rivoluzione socialista e come la si fa. Dobbiamo far conoscere ampiamente alle nuove generazioni di rivoluzionari che sorgono nel nostro paese la Storia del PC(b) dell’URSS. È infatti un trattato sulla scienza della rivoluzione socialista: sul partito comunista e sulla rivoluzione socialista che esso guida, scritto in modo chiaro e in forma pedagogica da uno dei principali dirigenti e protagonisti della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale che nel secolo scorso a partire proprio dalla Rivoluzione d’Ottobre (1917) ha messo l’umanità sulla strada che deve percorrere per uscire dal pantano nel quale il capitalismo oramai l’ha condotta.

Per cambiare il mondo, bisogna avere le idee chiare su come funziona e cosa bisogna fare per trasformarlo: cioè bisogna assimilare il marxismo, la scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia. La storia del PC(b)R inizia con l’opera del rivoluzionario russo Plekhanov e del suo gruppo Emancipazione del Lavoro che negli anni ’80 del 1800 studiarono il marxismo attingendo dal movimento comunista fondato da Marx ed Engels, tradussero le loro opere in russo e divulgarono il marxismo in Russia. Alla loro scuola di formarono giovani rivoluzionari come Lenin. Questi organizzati in circoli di studio clandestini, si cimentarono nell’assimilazione del marxismo e nella lotta ideologica contro le concezioni che senza successo fino allora avevano guidato il movimento rivoluzionario russo e agirono per fondere il marxismo con il movimento pratico della classe operaia, per legarsi con il movimento operaio, “portando la coscienza alla classe dall’esterno della sua diretta esperienza”.

Queste sono state le fondamenta su cui è nato e cresciuto il partito che ha guidato il primo assalto al cielo, la prima rivoluzione socialista vittoriosa nella storia dell’umanità, la cui vittoria ha innescato un’ondata rivoluzionaria su scala mondiale, facendo sorgere nella prima metà del secolo scorso paesi socialisti dal Mar Adriatico e dal Mar Baltico fino all’Asia (700 milioni di persone, più di un terzo dell’umanità di allora), abbattendo il sistema coloniale, vincendo contro il nazi-fascismo e guidando le masse popolari dei paesi imperialisti a strappare con dure lotte alla borghesia conquiste di civiltà e benessere.

Quindi, grazie anche alle particolarità della Russia d’allora, quello del PC(b)R è stato un percorso radicalmente diverso da quello seguito dai partiti socialisti e anche di quello dei partiti comunisti nati nei paesi imperialisti dopo la Rivoluzione d’Ottobre e su impulso dell’Internazionale Comunista. I partiti socialisti sono nati come organismi promotori delle lotte rivendicative e della partecipazione delle masse popolari alle lotte politiche democratiche. I partiti comunisti sono nati scindendosi dai partiti socialisti e non si sono liberati dalle tare del riformismo sindacale e del riformismo parlamentare. Non hanno compiuto quella “trasformazione di un partito europeo di tipo vecchio, parlamentare, riformista di fatto e con appena una sfumatura di colore rivoluzionario, in un partito di tipo nuovo, realmente rivoluzionario e realmente comunista” che Lenin indicava nelle Note di un pubblicista del 1922.

Come mostra anche l’esperienza del PC(b)R, la rivoluzione socialista è la costruzione per tappe in seno alla società borghese del nuovo potere delle masse popolari organizzate, fino a che, giunto ad un certo grado del suo sviluppo, il nuovo potere elimina il vecchio potere della borghesia e instaura il socialismo.

Questa concezione della rivoluzione socialista non è stata mai fatta propria neanche dalla sinistra del vecchio PCI (la parte più dedita al comunismo) né dalla sinistra dei partiti comunisti degli altri paesi imperialisti. Secondo loro, il partito doveva propagandare il socialismo, promuovere forti lotte rivendicative e partecipare alle elezioni accumulando per questa via forze, in attesa che la situazione economica, politica e sociale precipitasse e la rivolta delle masse si estendesse. Il partito ne avrebbe allora assunto la direzione guidando le masse alla presa del potere: era la concezione della “rivoluzione che scoppia”. In realtà l’esperienza mostra una cosa diversa. Più volte, prima i partiti socialisti e poi i partiti comunisti, si sono trovati nel pieno di grandi e diffuse rivolte delle masse popolari (Biennio Rosso 1919-20 e Resistenza 1943-47 ad esempio) ma non hanno saputo conquistare il potere: perché anche di fronte a grandi sconvolgimenti sociali, il vecchio potere non crolla da solo ma in un modo o nell’altro si rinnova (al Biennio Rosso seguì il Fascismo, alla Resistenza Partigiana seguì la Repubblica Pontificia).

Il nuovo potere delle masse popolari organizzate è una cosa ben precisa: è il partito comunista, i suoi partiti fratelli, le organizzazioni operaie e popolari create dal partito comunista o dai suoi partiti fratelli, dirette dai membri del partito o comunque da esso orientate, le quali nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche, nelle scuole e nelle università, nei territori mobilitano, indirizzano e organizzano le ampie masse popolari 1. a contrastare gli attacchi dei padroni, 2. a far fronte alla devastazione prodotta in tutti i campi dal dominio della borghesia, 3. ad adottare misure favorevoli alle masse, 4. a difendere queste misure dai tentativi della borghesia di eliminarle e ad andare più avanti.

Attraverso questo percorso pratico, il partito comunista, i suoi partiti fratelli, le organizzazioni da essi create o orientate creano una rete capillare di organizzazioni operaie e popolari fino a coprire l’intero paese e nella pratica insegnano alle masse a governarsi senza e contro i padroni, rafforzando in esse la fiducia che sono capaci di liberarsi dalla borghesia e dal clero. Questa è la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari che dobbiamo promuovere, questa è la rivoluzione socialista!

Il nuovo potere è portare le masse popolari a fare cose che senza i comunisti non farebbero, è una direzione della società (dell’economia reale e delle relazioni sociali) alternativa e antagonista a quella imposta dalla borghesia, una direzione che si sviluppa in seno alla società borghese fino a scalzarla e a instaurare il socialismo.

Il (n)PCI chiama tutti gli operai, tutti i lavoratori, tutte le donne, i giovani e gli immigrati che vogliono fare dell’Italia un nuovo paese socialista, a unirsi alla Carovana del (n)PCI, a partecipare alla lotta per il socialismo e, i più avanzati, a mettersi alla scuola del Partito e creare Comitati di Partito clandestini in ogni azienda, scuola e quartiere!

Partecipate con slancio, passione e intelligenza alla rinascita del movimento comunista, al nuovo assalto al cielo: questo è anche il senso di una vita degna di essere vissuta!

Saluti comunisti!

Il Comitato Centrale del (n)PCI